Come valutare i diamanti?

Sicuramente qualche volta ci saremmo posti questa domanda, magari dopo averne ricevuto uno in dono o se intenzionati a rivendere un gioiello.

In questo articolo cercheremo pertanto di dare una risposta partendo proprio dal presupposto che ad ogni diamante è associabile uno specifico valore.

  • Clarity (purezza)

  • Color (colore)

  • Cut (taglio)

  • Carat (carati)

Questi parametri rappresentano le famose 4C sulle quali si basa la valutazione di diamanti e pietre preziose.

Purezza, colore, taglio e carati: i fattori fondamentali per la valutazione dei diamanti

La stima del valore di un diamante passa inevitabilmente da alcuni step fondamentali, in primis l’analisi delle famose 4C.

Con il grado di purezza di un diamante si fa riferimento alle inclusioni presenti all’interno dello stesso, analizzato a 10x di ingrandimento. La scala valutativa è stata redatta dal Gemological Institute of America ed è così costituita:

  • IF (internally flawless): il diamante è puro e non presenta nessuna inclusione

  • VVS1/VVS2 (very very small inclusion): presenza di inclusioni di dimensioni minime e pressoché impossibili da individuare, soprattutto ad occhio nudo

  • VS1/VS2 (very small inclusion): inclusioni molto piccole e difficili da vedere

  • SI1/SI2 (small inclusion): inclusioni piccole ma individuabili facilmente ad occhio nudo

  • P1/P2/P3 (piqué): inclusioni importanti e visibili senza problemi.

    Colore, taglio, carati

    Il colore di un diamante viene verificato con una serie di campioni su una scala che parte dalla D e si estende fino alla lettera Z. Con la lettera D si identificano i diamanti la cui colorazione è più vicina al colore bianco, pertanto di maggior valore. Ne esistono poi alcuni classificati come Fancy Colour, ovvero colori fantasia, molto rari e di estremo valore.

    Il taglio è la forma che viene data ad un diamante, più è precisa e maggiore sarà la brillantezza del diamante stesso. Per questo parametro si tiene inoltre conto anche del numero e della posizione delle faccette che vanno a comporlo.

    L’ultimo fattore di valutazione è il numero di carati che rappresenta il peso del diamante. Un carato equivale a 0,20 grammi ed ovviamente più alto è questo coefficiente, maggiore sarà il valore attribuibile alla pietra preziosa.

    Da dove deriva il nome carato?

    Lecito è porsi questa domanda, se infatti taglio, colore e purezza sono facilmente comprensibili, il termine carato rappresenta qualcosa di decisamente più astratto.

    Pare che questa parola derivi dal termine arabo qirat, che a sua volta deriva dal greco kerátion. Questa parola faceva riferimento alla siliqua, ovvero ai semi di carrubo. Questi pare venissero usati nei tempi antichi per calcolare velocemente il peso delle pietre in quanto i semi di carrubo pare avessero sempre un peso uguale, ovvero circa 0,20 grammi.

    Da questa usanza nacque quindi il nome dell’unità di misura, impiegata ancora oggi, per calcolare il peso delle pietre preziose, utile per effettuare una stima sul valore dei diamanti.

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Come si valuta un diamante?

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